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Pentolini che risvegliano ricordi d'infanzia, cassettoni enormi in cui ci si nascondeva da piccoli, pattine che non ci si può togliere neanche da seduti: la casa è il luogo della memoria e delle piccole ossessioni quotidiane, di fantasie e storie quasi epiche di conquista. Queste pagine raccolgono le "poco ortodosse" riflessioni sul vivere urbano nate da un laboratorio di scrittura dedicato a persone in condizioni di disagio psichico: qual è la tua casa ideale? cosa ti manca di più di casa tua quando sei in viaggio? da dove vengono quel divano, quella lampada, quella caffettiera? I partecipanti al laboratorio hanno intervistato famiglie, amici coabitanti, studenti, coppie, e persone che per lavoro entrano nelle case altrui. Si sono intrufolati per qualche ora nei territori dell'intimità e dell'abitudine, luoghi da cui lo sguardo dell'osservatore è di solito tenuto a distanza. Hanno convinto gli abitanti della città ad aprire le porte delle loro case, a condividere una vulnerabilità, a rivelare gli infiniti modi in cui si prendono cura dei propri spazi, e hanno trasformato i loro racconti in voci di un grande e variegato dizionario affettivo.